fbpx

In Italia, la salute vien…pagando!

Lo scorso anno 44 milioni di italiani hanno sborsato 39,7 miliardi di euro per le prestazioni sanitarie, con un costo medio pro-capite di 655 euro.

Abbiate buona cura del vostro corpo, è l’unico posto in cui dovete vivere

L’erosione del Welfare e l’invecchiamento della popolazione rendono il “comportamento sanitario” degli italiani ogni giorno più interessante per chi si occupa di indagini statistiche. Ne è un esempio, il recente “Rapporto Censis”, presentato il 6 giugno a Roma durante il “Welfare Day 2018”. Oggetto della ricerca l’evoluzione quali-quantitativa della spesa sanitaria nel nostro Paese. I risultati? Sorprendenti.

I consumi per la spesa sanitaria doppiano quelli complessivi

Nel 2017 gli italiani hanno pagato di tasca propria (al di fuori quindi dal Sistema Sanitario Nazionale) un numero eclatante di prestazioni sanitarie (circa 150 milioni), per una spesa complessiva di 39,7 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 37,3 miliardi di euro del 2016. Un esborso che ha coinvolto oltre 44 milioni di cittadini, con un costo medio pro-capite di 655 euro. Allargando il focus, fa riflettere che nel periodo 2013-2017 la spesa sanitaria privata sia cresciuta quasi il doppio rispetto a quella totale per i consumi (+9,6% contro il +5,3%). Fa egualmente pensare che, al momento, poco meno del 15% della spesa sanitaria privata (circa 5,7 miliardi) è rimborsata da forme di sanità integrativa (attraverso fondi e assicurazioni).
Ci s’indebita per curarsi

Sempre secondo il “Rapporto Censis”, nel 2017 solo il 41% degli italiani ha coperto le spese sanitarie esclusivamente con il proprio reddito, mentre il 35,6% ha dovuto impiegare i propri risparmi o è ricorso a varie forme di debito (circa sette milioni di cittadini). Il 47% degli italiani, infine, è stato costretto a tagliare alcune voci del bilancio familiare per pagare le prestazioni sanitarie.

La percezione del Servizio Sanitario Nazionale

Il cuore del “Rapporto Censis-Rbm” è la percezione della sanità da parte dei cittadini e i risultati emersi non sono sempre rincuoranti. Il 37,8% degli italiani prova addirittura rabbia verso il Servizio Sanitario Nazionale a causa delle liste d’attese troppo lunghe o dei casi di malasanità. Il 26,8% è critico perché, “oltre alle tasse, bisogna pagare di tasca propria troppe prestazioni e le strutture non sempre funzionano come dovrebbero”. Il 17,3% prova invece un senso di protezione e di fronte al rischio di ammalarsi pensa “meno male che il Servizio Sanitario esiste”. L’11,3% prova un sentimento di orgoglio, perché “la sanità italiana è tra le migliori al mondo”.